LA SCUOLA CHE VORREI...

QUESTO E' UNO SPAZIO PERSONALE

IN CUI  RACCCONTO IL MIO PERCORSO LAVORATIVO

ED ESPRIMO LA MIA "VISION" DI SCUOLA 

1^ PARTE (by Luisa Martin)

Insegno da 39 anni nella scuola pubblica dello Stato Italiano. Era il lontano 1974, e avevo 18 anni, quando ho cominciato (immagino che avrete interrotto la lettura per fare un pò di conti e scoprire la mia età...).

Qui di seguito voglio trascrivere alcune riflessioni, che condivido pienamente, trovate casualmente su facebook,  della maestra Daniela Bonanni.

Quando ho iniziato a fare questo lavoro "....la scuola era la scuola dell’obbedienza, della maestra unica, chiusa nella sua classe, la scuola dei grembiulini neri o blu d’ordinanza…

Era la scuola selettiva, la scuola  dei ripetenti, di quelli alti alti confinati negli ultimi banchi, di quelli che già dalle elementari stentavano a stare al passo.

Poi arrivano gli anni del diritto all’istruzione e alla cultura per tutti; dei bambini con handicap (ora Bambini con Bisogni Educativi Speciali- B.E.S.) che cominciavano ad essere inseriti nelle classi (senza insegnanti di sostegno ma, in qualche modo, ce la cavavamo); gli anni del Tempo Pieno e poi del Modulo.

Erano tempi in cui la cultura e la scuola contavano, erano importanti. Tempi in cui i genitori ci davano fiducia, credevano nel cambiamento e partecipavano a quella ventata di democrazia che sono stati gli Organi Collegiali.

Sono passati gli anni, i decenni. Tanto è cambiato nella società e, di riflesso, inesorabilmente, anche nella scuola. Scuola e cultura non godono più del prestigio di un tempo, non sono più ai primi posti della scala dei valori della società, degli studenti e delle famiglie."

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f.to Daniela Bonanni -  da facebook -

f.to Luisa Martin-per piena condivisione dei contenuti -

 

A breve la  2^PARTE


"VISION" di un'INSEGNANTE

PER una SCUOLA di QUALITA' VORREI...

Vorrei che la scuola recuperasse la sua identità di agenzia didattico-educativa e che, pertanto, rimettesse al centro l’istruzione-educazione degli alunni.

Vorrei vedere premiato il merito e veder allontanato da scuola chi insegnare non sa.

Vorrei che per segnalare l'inizio e la fine delle lezioni non si utilizzasse la campanella ma brani musicali di autori di musica classica.

Vorrei che l'anno di prova non fosse solo un pro-forma, ma un'autentica valutazione delle capacità didattico-educative-relazionali di una futura insegnante.